Cosa si nasconde sotto il pantheon ? Importante questo avvenimento del 1892 praticamente sconosciuto ai più, ma premetto, e spiegherò perchè, secondo me quanto fu trovato potrebbe essere molto più recente di quanto si pensi
http://avirel.unitus.it/bd/autori/beltrami...o_pantheon.htmlRoma finis sæculi: Edizione Elettronica
IL MISTERO DEL PANTHEON
Si direbbe il titolo di un romanzo; eppure si tratta realmente di mi grave mistero, che regna intorno al Pantheon di Roma.
Fra coloro che, nel 1892, ebbero a visitare questo monumento, taluno conserverà il ricordo di colossali impalcature, innalzate allo scopo di eseguire degli scandagli nel sistema costruttivo della meravigliosa cupola: e forse ricorderà altresì come, dalla cupola, le indagini si fossero estese alla parte inferiore della Rotonda, sino alle fondazioni; e come, con sorpresa di tutti, squarciato il pavimento attuale della chiesa, fossero venuti in luce gli avanzi di un altro pavimento, pure marmoreo, molto più basso dell'attuale, che attestava l'esistenza di un edificio anteriore al monumento che oggi ammiriamo.
Questa, ed altre non meno interessanti scoperte, avevano incoraggiato ad estendere le indagini nelle viscere stesse del Pantheon, scavando gallerie, prosciugando le acque del sottosuolo; cosicchè i fiaccherai ed i cerinari che stazionano intorno al monumento, ebbero durante parecchi mesi la distrazione di assistere ad un insolito movimento di operai, ingegneri, assistenti: uno sparire ed uno sbucare di gente afaccendata, dalle fogne circostanti la Rotonda.
«Qualcosa di straordinario ci ha da essere sotto questa Rotonda?» aveva conchiuso un fiaccheraio di stazione in piazza del Pantheon.
«E si capisce!» aveva replicato un cerinaro, che attraverso gli scavi fatti sotto la gradinata del monumento, aveva intravveduto alcuni avanzi di muri in travertino, con rivestimenti di marmo.
Quel cerinaro era un ingenuo; egli avrebbe dovuto persuadersi che non si trattava affatto di scoperte straordinarie, dal momento che qualcuno degli archeologi veri de Roma nel passare di fianco alla Rotonda, non si degnava nemmeno di staccare gli occhi dai puppazzetti del giornale mattutino, per gettare uno sguardo su ciò che si andava faticosamente ricercando sotto al Pantheon. E bensì vero che alcuni cenni sommari di giornali, o di riviste, avevano lasciato trapelare al mondo degli studiosi la notizia sensazionale, che il Pantheon, sebbene nel fregio porti incise le parole M. Agrippa fecit, sarebbe stato innalzato più di un secolo dopo Agrippa, dall'imperatore Adriano, e elle sull'area occupata dalla Rotonda sorgeva, prima di questa, un tempio di forma rettangolare. Ma tale notizia doveva essere evidentemente fantastica, poichè un bel giorno le indagini si ritennero esaurite, si smontarono le impalcature, si riempirono gli scavi fatti, si ricompose il pavimento smosso, ed il Ministero della pubblica istruzione ad altro non pensò che a pagare i conti delle varie diecine di migliaia di lire, che erano state spese negli scandagli fatti.
La notizia - vera o falsa che fosse - che il Pantheon attuale sia costruzione di Adriano, anzichè di Agrippa, aveva però suscitato nel mondo degli studiosi una grande sorpresa; cosicchè si attendeva con vivo interesse che, come giustificazione almeno delle spese incontrate, il Ministero avesse a pubblicare il risultato delle indagini compiute.
Vana attesa!
E si noti come il Ministero avesse preso il formale impegno di riferire sull'esito degli studi compiuti, allorquando in risposta alla interrogazione di un deputato che chiedeva di sapere quali provvedimenti si fossero presi «intorno alla meravigliosa scoperta in seguito ai nuovi studî che assegnarono Adriano la costruzione circolare del Pantheon, ed agli scavi che fecero trovare la platea del tempio rettangolare costrutto da Agrippa» dichiarava alla Camera che nessuno avrebbe potuto pubblicare una relazione qualsiasi sul Pantheon, prima che il Ministero avesse reso conto delle scoperte fatte.
Dopo la proclamazione di questo monopolio archeologico, imposto sul Pantheon, gli studiosi di tutte le nazioni gettarono avidamente per anni ed anni, lo sguardo sul Bollettino mensile dell'accademia dei Lincei - organo ufficiale dell'archeologia ministeriale - nella speranza di leggere almeno l'annuncio di una futura relazione sulle indagini fatte nel Pantheon. Vana speranza!
Ben si comprende come i ministri succeduti a quello che aveva iniziato quelle indagini, avessero a preoccuparsi mediocremente della meravigliosa scoperta, essendo ormai consuetudine che ogni ministro della pubblica istruzione abbia a giudicar erroneo, o per lo meno inutile, ciò che il predecessore suo ha fatto: ma le speranze affievolite degli studiosi ebbero un bel giorno argomento per rianimarsi: Baccelli, inaspettato ritornava nel 1894 trionfante alla Minerva, lui, l'isolatore del Pantheon! Quale fortuna per gli studiosi, per il Pantheon, per la meravigliosa scoperta, per il ministro!
Passò un anno nel più religioso silenzio sulle future sorti del Pantheon; ma gli studiosi non si sfiduciarono, ben sapendo quale cumulo di riforme incombesse al reduce ministro per riparare a tutti gli errori perpetrati durante la decennale sua assenza dalla Minerva: riforma delle Università, riforma delle scuole secondarie, degli asili, delle scuole primarie, delle Accademie e degli Istituti. Il Pantheon doveva aspettare il suo turno.
Una occasione propizia spuntava alfine: l'aspettativa degli studiosi era sul punto d'essere appagata.
Alla esposizione dei saggi del pensionato artistico, tenutasi nel 1895 all'istituto di Belle Arti, figurava una ricca serie di disegni relativi alle recenti scoperte del Pantheon, eseguiti da un giovine pensionato, che pazientemente giorno per giorno, come esercitazione scolastica, aveva seguìto il lavoro delle indagini, rilevato ed annotato ogni minuto particolare. Le tavole disegnate con estrema diligenza, permettevano anche ai meno competenti in materia archeologica, di formarsi un concetto esatto della importanza delle scoperte fatte: ormai non si poteva mettere in dubbio che il Pantheon - eretto secondo gli storici da Agrippa, sul fondo di una palude prosciugata - dovesse ravvisarsi in quel tempio le cui vestigia erano state rintracciate sotto le fondazioni dell'attuale Rotonda: e non era a dubitare che questa sia stata innalzata da Adriano, dal momento che le marche di fabbrica nei mattoni impiegati per la costruzione appartengono costantemente all'epoca adrianea.
I disegni che dimostravano in modo indiscutibile l'importante fatto, destinato a modificare sostanzialmente la storia della architettura romana, erano esposti, e gli studiosi si trovavano finalmente in grado di poter conoscere la meravigliosa scoperta. S. E. il ministro si recava solennemente a visitare l'esposizione all'istituto di Belle Arti, soffermandosi davanti ai disegni del Pantheon, e l'autore di questi si affrettava a spiegare il fondamento, il valore, l'interesse delle scoperte fatte. Ma quando la spiegazione arrivò a concludere che il Pantheon non è di Agrippa, il ministro, rivolgendosi all'ossequente uditorio, e con gesto tragicamente solenne, interruppe: «- Intanto io ho messo sul fregio del Pantheon, a lettere di bronzo, Agrippa fecit, e finchè io sarò alla Minerva, vivaddio! Adriano non ci ha a che fare.»
P. S. La morale di tutto ciò, è la seguente: le prime illustrazioni grafiche delle scoperte fatte al Pantheon a spese del governo, videro la luce in pubblicazioni straniere - di archeologia speculativa - e quel che è peggio riprodotte erroneamente da chi non si era neppur dato la briga di studiare de visu le scoperte fatte. E bisognò che la fatalità togliesse di vita il giovane pensionato che aveva rilevato quelle scoperte, perchè il pensiero gentile di amici e colleghi, desiderosi di ricordare l'opera del giovane artista1 intervenisse a sottrarre quel ricco materiale di studio, di notevole importanza per la storia di Roma, a quell'oblio, cui sembrava già definitivamente condannato.
Notes
1. In memoria di P. Olinto Armanini - Il Pantheon - Tip. Allegretti, Milano 1898.