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Apollo 20

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view post Posted on 22/7/2008, 18:12     +1   -1
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Riporto qua la l'articolo dell'amico Alfredo Benni a proposito dell'enorme bufala dell'Apollo 20.

Apollo 20
Un bel pesce d’aprile (parte prima)
Premessa
Mi sono avvicinato al caso “Apollo 20” per caso. Non era mia intenzione studiare ed analizzare questo caso poiché già lo ritenevo dubbio e non avevo energie da spendere. Di solito nelle mie ricerche privilegio argomenti di fisica di frontiera e mai avrei pensato di passare intere giornate a controllare minuziosamente filmati e a fare ricerche sull’attendibilità delle affermazioni altrui. Ma si sa il futuro a volte riserva sorprese e anche se controvoglia per una serie di eventi mi sono trovato catapultato dentro questo caso.

I primi dubbi di tipo storico
All’inizio, quando vidi i primi filmati, ero molto dubbioso. Possibile che due superpotenze in piena guerra fredda possano effettuare una missione congiunta per recuperare qualche cosa sulla Luna ? Nel 1976 era a capo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche l’inossidabile Leonid Il'ič Brežnev che mantenne la carica di segretario del Pcus dal 1964 al 1982. Proprio quel Brežnev che invase l’ Afghanistan nel 1979 e porto l’URSS negli anni ’80 sulla soglia di un conflitto nucleare. Possibile che l’ uomo forte del Kremlino, nominato Maresciallo dell’Unione Sovietica proprio nel 1976 abbia autorizzato una missione segreta con l’odiato nemico ? Inoltre nell’agosto 1976 il tenente Viktor Belenko disertò con il suo MiG-25P Foxbat “A” e questo fatto permise agli USA di studiare il velivolo prima di restituirlo, ponendo fine ad un mistero che preoccupava l'Occidente. Il MiG atterrò di sorpresa sull'aeroporto giapponese di Hakodate nell'isola di Hokkaido. Il pilota si allontanò durante una missione di addestramento dalla base aerea di Sakharovka, a nordest di Vladivostok. Dopo un volo di 800 km, atterrò alle 13:57 del 15 agosto 1976, avendo ancora a disposizione solo il 5% del combustibile, quasi superando la fine della pista. Nonostante le proteste sovietiche, le autorità giapponesi permisero una prima analisi tecnica, quindi l'aereo fu smontato e trasportato per via aerea da un C-5 dell'USAF (scortato da 14 caccia giapponesi) alla base aerea di Hyakuri. I motori Tumanskij, i sistemi avionici, le caratteristiche dei metalli impiegati per la produzione di un aereo capace di operare ad alta velocità e ad alta quota furono esaminati in dettaglio da oltre 50 esperti delle forze armate giapponesi e del System Command degli Stati Uniti. Secondo la trama l’ “apollo 20” sarebbe giunto sulla Luna proprio il 16 agosto 1976. Ma in quel periodo si toccò l’apice della tensione fra le due superpotenze e tutti i giornali del mondo se ne occuparono ampliamente. Infatti il Mig-25 era il fiore all’occhiello della forza aerea sovietica. I dubbi pertanto erano molti e aumentarono ancora guardando i filmati e confrontandoli, come vedremo più avanti, con i filmati autentici della NASA.

Inoltre l’attore di tutta questa bella messinscena, William Rutledge, ci da altre informazioni; ne prendo due in particolare per me significative:
- lui avrebbe lavorato per l’aeronautica militare degli Stati Uniti all’analisi sul progetto del russo Ajax, reparto tecnologie straniere.
- l’Apollo 20 sarebbe partito dalla base di Vandemberg in California.

Vediamo quindi perché Rutledge negli anni ’70 non può aver lavorato sul progetto Ajax. E vediamo perché l’ Apollo se fosse partito da Vandemberg sarebbe stato visto.

Il progetto Ajax

Il progetto Ajax riguarda l’ aereo ipersonico Russo descritto nel dicembre 2001 da Alexander Szames nel suo “Air Et Cosmos”. L’Ajax sarebbe la risposta russa all’Aurora e userebbe per aumentare la sua velocità una tecnologia chiamata MHD (magnetohydrodynamic) asimmetrica, tecnologia tra l’altro presentata in un congresso a Torino e messa a punto dai ricercatori sovietici a Novosibirisk. In pratica verrebbe generato un campo di plasma ionizzato sopra il muso dello spazio plano e l’effetto sarebbe identico ad una supercavitazione nei fluidi. L’attrito con l’atmosfera si ridurrebbe drasticamente e l’aereo potrebbe volare avvolto da questa “capsula” ionizzata a velocità elevatissime. Ne da ampio risalto Paul Czysz Professore Emerito della “Università di Ingegneria Aerospaziale” at Saint Louis University, Capo progetto del National Aerospace Place (NASP) project, and the CEO sulla ricerca ipersonica per questa compagnia di ricerca, la Hypertech Concepts, LLC




Una raffigurazione artistica del progetto Ajax


Una raffigurazione artistica dello “spaccato” del progetto Ajax

Non esistono foto o documentazione dell’Aurora, ma l’ Aurora (in genere menzionato come SR-91 Aurora) dovrebbe essere il sostituto dell’ SR-71 che è un ricognitore strategico. Quindi l’SR-91 dovrebbe essere un ricognitore ipersonico che si ipotizza costruito ed a disposizione degli Stati Uniti. Si pensa che sia capace di velocità ipersoniche fino a oltre Mach 5. E secondo questa ipotesi, l'aereo Aurora venne sviluppato negli anni ottanta e/o novanta come un sostituto per l'ormai antiquato e vulnerabile SR-71 Blackbird. Anche ammesso che l’Ajax fosse stato sviluppato contemporaneamente all’Aurora, abbiamo sempre un divario di almeno dieci anni tra le informazioni sull’aurora e quanto afferma Rutledge. Infatti nel marzo 1990 la rivista Aviation Week & Space Technology per prima rivelò che il termine "Aurora" fu inavvertitamente rivelato nel bilancio U.S.A. del 1985, come uno stanziamento di 455 milioni di dollari per "Produzione Black aircraft" nell'anno fiscale 1987. Questo stanziamento era per la costruzione dell'aereo, non per la sua ricerca e sviluppo. E sempre secondo Aviation Week, Aurora si riferisce ai progetti di un gruppo di aerei esotici, e non ad una particolare forma del velivolo. I fondi del progetto presumibilmente arrivarono a 2,3 miliardi di dollari nel 1987, secondo un documento del 1986 ottenuto da Aviation Week.

Si pensa che sia stata la divisione "Skunk Works" della Lockheed (attualmente denominata "Lockheed Advanced Development Company") ad aver agito come "prime contractor" dell'Aurora. Durante gli anni '80 alcuni analisti finanziari hanno concluso che la Lockheed sia stata coinvolta in alcuni grossi progetti segreti, dal momento che i progetti in appalto dichiarati non avrebbero potuto giustificare gli introiti noti. Gli analisti finanziari della Kemper Securities hanno esaminato i guadagni dichiarati della "Lockheed Advanced Development Company", quasi tutti sotto il capitolo "Black Programs":
- gli introiti del 1987 furono 65 milioni di dollari.
- gli introiti del 1993 furono 475 milioni di dollari.

Dal momento che gli unici "Black Projects" dichiarati dalla Lockheed nel 1993 erano l'aereo spia U2-R e l'F-117A, e nulla di nuovo era stato realizzato tra il 1987 e 1993, esisteva una "spesa fantasma" da identificare. Venne anche scoperto che il capitolo di spesa destinato al Progetto Aurora per il 1987 era non inferiore ai 2,27 miliardi di dollari. Secondo la Kemper, questo indicherebbe un primo volo attorno all'anno 1989. Lo spalmarsi dei pagamenti del governo USA alla Lockheed nel 1993, indicava che al tempo l'aereo si trovava ad circa 1\5 del suo programma di sviluppo (1992), oppure che era stato "costruito in molti prototipi." Circa 4,5 miliardi di dollari erano stati spesi all'epoca.

Quindi riassumiamo: nel 1987 si stanzia un fondo per la costruzione di una serie di velivoli per il progetto Aurora. Anche ipotizzando che la progettazione di uno dei tanti “Aurora” sia avvenuta dieci anni prima bisognerebbe ipotizzare:
- che l’intelligence russa sia stata così scaltra da carpire i progetti americani dell’Aurora ancora in fase di preparazione; non bisogna dimenticare che l’Ajax era progettato in risposta al progetto Aurora
- che l’intelligence americana sia stata così poco accorta da farsi rubare i progetti dai sovietici, ma anche scaltra da carpire i segretissimi progetti dell’Ajax ancora quando erano sulla carta.
Eppure anche ipotizzando tutto questo ricadiamo inevitabilmente nel 1977 quando Rutledge era (a suo dire) già stato sulla Luna da un anno. Quindi non ci siamo con i tempi. Ci mancano almeno dai 7 ai 10 anni.




Perché l’Apollo 20 non poteva non essere visto


Il razzo Saturno V esce dall’edificio in cui è stato assemblato sulla piattaforma cingolata
Rutledge l’ha definita missione segreta. Ma si può lanciare un Saturno V in maniera riservata ? Vediamo un po’ che cos’è il Saturno V e quali sono le procedure di lancio.

Il razzo Saturno V è alto oltre 110 metri; ha un diametro di 10 metri e un peso di 3000 tonnellate con una capacità di carico utile di 118.000 chilogrammi. E’ un razzo a tre stadi che nel giro di pochi secondi al decollo con i tre stadi brucia più di 800 mila litri di kerosene, più di due milioni e trecentomila litri di idrogeno liquido e circa 300 mila litri di ossigeno liquido. Insomma una vera e propria furia nel cielo.
Tutto nel progetto Apollo è ciclopico. Dal razzo alla quantità di combustibile impiegato. Dalla rampa di lancio mobile posta su cingoli all’edificio per la costruzione e l’assemblatura del razzo.





Il Saturno V dentro l’edificio di costruzione Il Saturno V sulla rampa cingolata


L’ Apollo 15 sulla piattaforma cingolata va verso la rampa di lancio

In particolare la costruzione avveniva in un edificio alto più di 100 metri. Ci volevano settimane prima che il razzo fosse costruito e pronto. I serbatoi venivano riempiti di gas e liquidi inerti affinché l’intera struttura non collassasse sotto il suo enorme peso. Una volta costruito il Saturno V usciva dall’edificio su una piattaforma cingolata, anch’essa enorme, e si dirigeva verso la rampa di lancio. Qui i serbatoi venivano riempiti con il vero combustibile: il primo stadio con 810.700 litri di kerosene e con 1.311.100 litri di ossigeno liquido. Il secondo stadio un milione di litri di idrogeno liquido e 331.000 litri di ossigeno liquido. Il terzo stadio portava solo (si fa per dire) 253.200 litri di idrogeno liquido e 92.350 litri di ossigeno liquido.
Ci volevano circa tre mesi per l’assemblatura del razzo. Due per i vari controlli a tutti gli impianti: elettrico, elettronico, pressurizzazione, motori, moduli, ecc… Da tre a quattro giorni per portare il razzo dalla “fabbrica” alla rampa di lancio. Una preparazione al lancio durava in media 41 giorni; 1108 ore. A T-732 ore si verificava ad esempio l’impianto di pressurizzazione. A T-62 si verificava la calibrazione dei sistemi. A T-8 ore si iniziavano le ultime verifiche sui sistemi. Erano operazioni molto complesse che andavano eseguite in sequenza. E non dimentichiamo poi che l’idrogeno liquido è esplosivo. Pertanto tutte queste operazioni andavano condotte nei tempi prestabiliti e nella massima sicurezza e controllo.


Tutti i Saturn V furono lanciati dal Launch Complex 39 (costruito appositamente) al John F. Kennedy Space Center. Il Mission Control veniva trasferito al Johnson Space Center di Houston (Texas) appena il razzo lasciava la rampa di lancio. Le operazioni venivano immancabilmente seguite da frotte di curiosi e appassionati che uniti ai giornalisti seguivano i lanci.

Inoltre molti dei pezzi del Saturno V venivano trasportati per mesi con un aereo dalla forma caratteristica: il Super Guppy. Un aereo con una fusoliera enorme che era stato progettato apposta per aprirsi a terra in due pezzi e caricare gli enormi pezzi del Saturno V. Un Super Guppy che andava e veniva nella base di Vandemberg avrebbe attirato non poco l’attenzione dei curiosi ed appassionati. Un Saturno V che se ne andava a spasso per giorni su una rampa mobile avrebbe fatto altrettanto. E il Saturno V è alto 110 metri. Non è proprio facile da nascondere alla vista. Inoltre proprio per i pregressi e vicini lanci Apollo, tutti ne conoscevano la forma: dai bambini alle massaie. Chiunque avrebbe potuto vederlo ed identificarlo.



L’immancabile ressa di curiosi ad un lancio del Saturno V




Il Super Guppy
Infine l’enorme fiammata che ci sarebbe stata nel lancio. Una fiammata visibile a chilometri di distanza. Un rombo assordante che avrebbe richiamato migliaia di sguardi verso quell’area attirati dal denso fumo.



Inoltre la base di Vandemberg sorge sulla costa dell’Oceano Pacifico. Ogni nave in quel quadrante avrebbe visto quella partenza, come ogni persona che abita nelle cittadine vicine.



Il corridoio di lancio attuale dello Space Shuttle

E basta un paio di comuni foto satellitari per capire che Vandemberg si trova in un area densamente popolata, crocevia di strade e ridenti cittadine americane. Chi dalla costa nord vuole andare a Las Vegas o a Los Angeles deve passare per Vandemberg (foto sotto). Pertanto avremmo avuto migliaia di spettatori al lancio attirati da mesi di preparativi che, come abbiamo visto sopra, erano inevitabili. Quanto meno avremmo avuto tutta la città di Guadalupe e Santa Maria.





I video di Rutledge

Alcuni video hanno attirato la mia attenzione; ad esempio il lancio del Saturno V. Qui sotto a sinistra un frame del video postato da Rutledge. A destra invece il lancio di un Saturno V. Si può notare un palese ingrossamento sul piano orizzontale dell’immagine postata da Rutledge. Il Saturno V è deformato nella larghezza fino a renderlo irriconoscibile. Ho confrontato tutti i razzi lanciati in quel periodo: Russi ed americani. All’inizio ho pensato che si trattasse del Saturno 1b, ma l’impennaggio cruciforme del Saturno V a differenza dell’impennaggio a 8 elementi del Saturno 1B non lascia adito a dubbi. E’ un Saturno V. Ma allora perché l’immagine è così deformata ?

Poi ho capito che se l’immagine era deformata non erano visibili le scritte di controllo che ogni Saturno V possiede. E’ infatti possibile risalire al tipo di missione solo guardando una foto ed osservando le “tacche” bianche e nere dipinte sul razzo. Se Rutledge voleva mascherare la sua storia doveva per forza rendere irriconoscibile il razzo ritratto nel video. Pertanto ha eseguito una compressione del video nell’asse verticale e questo ha comportato una perdita notevole di informazioni. Da un calcolo approssimativo direi che sull’asse verticale un punto su tre di quelli che compongono l’immagine è stato eliminato in questo modo. Poi ha eseguito una dilatazione dell’immagine in senso orizzontale. E questo comporta l’ “ingrassamento” del razzo in questione e la sgranatura dei pixel che compongono l’immagine. Il tutto è stato mascherato con problemi di codec e condito con frettolosi montaggi giustificati dal fatto che era necessario tutto questo per non essere intercettati dai “servizi segreti” che avrebbero voluto zittire questa gola profonda. La prova che il video è manipolato è che non è inquadrato alcun altro riferimento. L’inquadratura del Saturno V parte da quando è già in volo. Sarebbe bastato infatti una ripresa a terra per confrontare la rampa di lancio del filmato con una qualsiasi altra foto a far capire l’inganno.



La serie completa dei lanci del programma Apollo


In effetti nei video di Rutledge ci sono molte incongruenze a riguardo. Ad esempio in un video compare un riferimento all’apollo 11. E anche un audio di un Apollo 11. Ora perché il video sarebbe quello dell’Apollo 20 e l’audio di un Apollo 11 ?


E poi perché lo stemma non ha anche scritte in Russo ? E ancora il font della scritta Apollo 20: viene usato il “nasalization” che un font che inizia ad essere usato da dopo gli anni ’80. Nel logo si vede il Lem ed il modulo di comando che recuperano la presunta astronave aliena. Astronave che ha una deriva. Ma nei video postati da Rutledge non ci sono derive. E nemmeno nelle foto NASA che discuteremo esaurientemente nel prossimo articolo su questo argomento. E allora ? E allora Rutledge qui sta giocando a mio avviso veramente sporco. Infatti Rutledge si è registrato su YouTube in data 1 aprile 2007

E l’astronave del logo sembra proprio un bel Pesce !!! Non c’è dubbio su questo.


Ma allora chi è William Rutledge? Perché ha fatto questo ?
In internet si è scatenata la caccia a trovare Rutledge. Ed alcuni americani sono risaliti da alcune mail e dalle tracce telematiche lasciate da Rutledge ad un nominativo: Thierry Speth, fotografo e scultore parigino. E’ solo lui il “burlone” o ce ne sono altri ? In effetti abbiamo non poche coincidenze:
Fra gli amici registrati di Rutledge compare un certo Jean-Pierre Mocky, attore, regista, scenografo, capo montatore, creatore di copioni. Ha all’attivo una settantina di film in cui ha avuto ruoli di regista, produttore o scenografo. E sul sito di Rutledge guarda caso pubblicizza un bel libro.
Indagando in internet poi troviamo un secondo fotografo che ha lavorato con Jean-Pierre Mocky, tale Thierry Nectoux. E guarda caso Thierry Speth ha scritto il libro “AUTOMNE HIVER DE L'HOMME DU FER” con un altro fotografo Robert Doisneau che a sua volta è stato pubblicato nel settembre 2005 dalla Flammarion con questo libro “Doisneau – Paris”. E sempre della Flammarion esce, sempre nel settembre 2005 a firma di Thierry Nectoux il libro “Bernard Lavilliers - Escales - Destins et voyages d'un chanteur de passage”. E abbiamo detto che Thierry Nectoux conosce Jean-Pierre Mocky. Ora quante probabilità ci sono che due fotografi con lo stesso cognome che pubblicano con persone comuni e con la stessa casa editrice (la Flammarion) libri nello stesso anno si conoscano ? E quante probabilità ci sono che un regista francese con una storia invidiabile che conosce almeno uno di questi due fotografi, che probabilmente conosce l’altro, voglia chiudere in bellezza la sua carriera con una bella sceneggiatura messa su internet ?

E’ vero queste sono solo supposizioni, sono estrapolazioni. Ma i dubbi che qui ci si trovi di fronte ad un lavoro di gruppo sono molto forti. Per altro un regista come Jean-Pierre Mocky non avrebbe nemmeno problemi a procurarsi tutto quello che gli serve per fare un prodotto di livello abbastanza buono. Dai doppiatori in inglese, ai testi; dalla computer grafica agli apparati scenografici.


Apollo 20. Un tragico epilogo

Abbiamo ricevuto da un nostro affezionato lettore, il Sig. Claudio Sammartino, una segnalazione che ci siamo affrettati a controllare. Sul video che ritrarrebbe l’astronave sulla Luna appare un fotogramma sospetto in cui ci sarebbe un filo elettrico. E in effetti andando a vedere il filmato incriminato direttamente dal sito di Rutledge si notano benissimo dei fotogrammi in cui spicca un bel mollone da sostegno che sostiene l’ “astronave”. Bene almeno abbiamo la pistola fumante che quel video è falso.

E allora ? E’ tutto un falso ? Sembra proprio di si. Peccato però… era carina questa storia dell’astronave vecchia di miliardi di anni sulla Luna con dei simboli runici impressi sulla carlinga. Grazie a Rutledge o a chi per lui almeno abbiamo rispolverato l’epopea dei viaggi dell’ Apollo e abbiamo sognato per un po’ !!

Ma come si spiegano le foto NASA sulla Luna dell’ Apollo 15 ? Rutledge è un debunker che vuole nascondere realtà scottanti ? O è solo un burlone che ha mescolato abilmente vero e falso ? Lo vedremo nella prossima puntata…

Apollo 20, facciamo il punto (parte seconda)
Di Alfredo Benni

Tutti i lettori ricorderanno il caso Apollo 20. Fu un controverso caso che si sviluppò al suo culmine nell’estate del 2007 quando un certo William Rutledge postò una serie di video che mostravano una mastodontica astronave sulla Luna. Astronave che manco a dirlo sarebbe stata oggetto di una missione segreta congiunta USA – URSS da parte di tre astronauti che avrebbero esplorato l’astronave e poi in puro stile Yankee l’ avrebbero fatta esplodere.

Di questo caso me ne occupai nel settembre 2007 evidenziando le numerosissime incongruenze. Ma ora analizzeremo ulteriori e macroscopiche incongruenze che mi portano a pensare che molte persone si sono occupate di un caso assurdo. I teorici del cospirazionismo si sono tuffati a capofitto in questo caso, ma a volte la realtà è troppo semplice per essere vista. Solo chi non la vuol vedere non la vede.

Riassunto delle incongruenze precedenti
Ricordo che per lanciare un Saturno V bisognava pianificare la missione oltre un anno prima. Infatti il Saturno V era un razzo estremamente complesso oltreché gigantesco. Perciò una tale attività di lancio che durasse un anno di preparazione attorno ad un razzo alto più di 100 metri non sarebbe potuta passare inosservata. Inoltre proprio in quel periodo si toccò l’apice di una acuta crisi politico militare tra USA e URSS per la diserzione del pilota russo Viktor Belenko che atterrò con il suo MiG-25P Foxbat “A” in Giappone. Un altra incongruenza è basata proprio sui video di Rutledge che appaiono contraffatti per confondere e depistare volutamente le persone. Rutledge si logga su YouTube proprio il 1° di aprile 2007. E’ un caso o una sfida di intelligenza, del tipo vediamo se ve ne accorgete ? E ancora cos’è quella molla o filo spiraliforme che si vede spuntare per alcuni secondi in un filmato postato da Rutledge che dovrebbe ritrarre la presunta astronave sulla Luna? E’ una molla che regge un modellino ? E’ un cavo elettrico di una lampada fotografica ? A parte qualche romantico irriducibile, che ancora confidava nella genuinità del caso e nella buona fede di Rutledge, tutti noi quando abbiamo visto il “mollone” abbiamo avuto la certezza che il caso fosse chiuso.

Ma ci sono ancora alcuni lati oscuri che vanno ancora ulteriormente approfonditi. In particolare che c’è sulla Luna ? Che ritraggono le foto NASA ? Ma andiamo per ordine: oltre alle variabili citate in precedenza, ovvero complessità del lancio e lunghezza dei tempi di approntamento del vettore Saturno V, ci sono altre cause perché il Saturno V non poteva non essere visto ? Ovviamente si. Vediamo quali.

Il numero enorme delle persone coinvolte
Il progetto Apollo si è avvalso di migliaia di operatori: tecnici, ingegneri, metereologi. Sparsi in ogni parte del mondo. Infatti la Terra ruota nello spazio e pertanto, per mantenere le comunicazioni con il veicolo lunare è necessario disporre di veicoli sparsi in tutto il mondo che facciano da “ponte radio” per i segnali audio e la telemetria. Oltre alle basi di Marshall, Kennedy e Houston venivano usati navi e aerei per mantenere la comunicazione nelle missioni Apollo. E questa missione non sarebbe stata diversa dalle altre. Anzi…


Su migliaia di tecnici e militari impiegati in questa presunta missione segreta possibile non sia trapelata nemmeno una indiscrezione ? A Vandemberg risiedono i militari stanziati nella base con le loro famiglie. Possibile che nessuno abbia visto nulla ? Inoltre proprio elaborando l’immensa mole di dati sulla base di Vandemberg ho trovato uno studio effettuato, proprio dalla base di Vandemberg, sulla visibilità di un lancio di un Minuteman 3. Il Minuteman 3 è circa, come dimensioni, la metà di un Saturno V. In piena guerra fredda era importante lanciare i propri missili in modo che fossero visibili il più tardi possibile. Gli Usa sapevano che attorno alle loro basi di lancio erano stanziati degli agenti russi in sonno. Scopo di questi agenti era avvertire tempestivamente la controparte russa al lancio dei missili. Nonostante l’uso dei satelliti fosse ormai consolidato questa pratica di controllo “locale” era molto diffusa in entrambe le superpotenze. Addirittura furono scoperti agenti russi che filmavano con precisione cronometrica tutti i lanci americani. Ebbene in questo studio il Minuteman 3 aveva una visibilità molto alta. Al distacco del primo stadio la visibilità raggiungeva un solo stato. A due stadi la visibilità era a sei stati. Al distacco del terzo stadio la visibilità era su un area geografica di otto stati. Praticamente tutta la costa occidentale degli Stati Uniti. Non si sarebbe proprio potuto parlare di missione segreta !!!



Le altre anomalie
Ma tante altre sono le evidentissime anomalie; mi voglio soffermare solo sulle primarie che urlano la totale falsità di questo caso al lettore:
- Lo stemma della missione
- La grandezza della presunta astronave
- Le immagini rilasciate da Rutledge.

Macroanomalia: lo stemma della missione
Come affermato in precedenza questo stemma era molto dubbio poiché identificavo la forma di questo oggetto, con lo scopo di tutta questa storia: un bel pesce di aprile. Ed infatti la forma allungata con una deriva verticale non presente nelle foto, fa sembrare l’astronave di profilo proprio un immenso “pescione”. Unito al fatto che Rutledge si sia registrato sul portale YouTube proprio il primo di aprile, mi suggeriva maliziosamente il concetto che questa storia fosse tutta una grande burla per sprovveduti. Ma c’è un altro fatto ben più concreto che suggerisce che questo logo non sia vero. E’ si vero che i loghi della Nasa furono loghi simbolici e fantastici: abbiamo aquile e caravelle negli stemmi. Ma in un volo precedente il randez-vous Apollo Soyuz il logo era scritto in Russo (cirillico) e in Inglese !!! E a sentire Rutledge questa era una missione preparatoria in cui Leonov si sarebbe confrontato con la tecnologia americana. Tutti i veri “mission patches” sono multilingue. E non si capisce il perché in una missione così importante, di recupero, studio e distruzione di una nave aliena non avrebbero dovuto apparire le due nazionalità.




“Rutledge” ha ordito una abile messinscena
Ovviamente sappiamo che Rutledge non è chi dice di essere. Le tracce telematiche delle mail con cui si è loggato su YouTube riconducono ad un certo Thierry Speth, fotografo e scultore parigino. Ma ci sono collegamenti precisi che inducono a pensare che siano implicati anche il poliedrico attore, regista e montatore Jean-Pierre Mocky nonché il suo amico fotografo Thierry Nectoux. Quindi, quando diciamo “Rutledge” non dobbiamo pensare ad una sola persona, ma ad un gruppo di persone: montatori, scenografi, registi, scultori, fotografi, attori, doppiatori, cartellonisti, grafici informatici, fonici e così via… Sarà un caso che da un po’ di tempo i maggiori falsi ufologici arrivano dalla Francia ?

Ma come ha fatto “Rutledge” a mettere in piedi questa ingegnosa messinscena ? Come faceva a dispensare dati tecnici così precisi nelle sue chattate con gli ignari utenti di YouTube tanto da farsi passare per un provetto astronauta ?
Semplice: “Rutledge” si è scaricato da internet qualche manuale della Nasa e se l’è studiato. E poi ha pilotato abilmente il discorso. Io personalmente ho scaricato manuali della Nasa in formato PDF per 1,8 giga di dati; e non li ho scaricati tutti. Manuali tecnici originali. Dettagliati piani di volo pre e post missione; manuali di volo del modulo lunare e del razzo apollo. Manuali che indicano con precisione i check da fare pre lancio. Manuali su come scaricare il rover e su quali attrezzature scientifiche il rover porta. Manuali della cabina di comando del LM e del modulo madre. Sistema di navigazione, computer e test di volo, supporto vitale, impianto elettrico, idraulico, ecc... Tutto completo di tabelle, diagrammi e foto. Scherzando ormai chi ha seguito il mio lavoro sostiene che oramai saprei anche pilotarlo l’ Apollo 20. Sicuramente con le nozioni che ho appreso ora non mi sarebbe difficile fingermi un nuovo “Rutledge” e imbastire una storia ai limiti del verosimile, anche appellandomi a tutta la mia formazione scientifica.

Qui sotto solo alcune immagini tratte dai manuali originali Nasa che tolgono ogni dubbio sulla completezza delle informazioni reperibili sulle missioni Apollo. E’ bene ricordare che in questi manuali sono stipate migliaia di immagini, grafici, tabelle, dati, prospetti. Il tutto scaricabile semplicemente da internet.










Macroanomalia: la grandezza della astronave
Senza addentrarci in complicate triangolazioni e rapporti di focale, ora il nostro obbiettivo è calcolare la dimensione della massa che compare nelle foto NASA. Per fare questo abbiamo contato i pixel sulla immagine. I pixel sono i “punti” che compongono una immagine. A paragone abbiamo preso una misura nota: il cratere Izac D per altro non tanto diverso dal vicino Izsak. La larghezza del doppio cratere viene stimata tra 30 e 31.56 km. I Pixel che compongono il diametro misurato nella sua lunghezza (la doppia freccia rossa) sono 453. La lunghezza in pixel dell’astronave è composta da 67,4 pixel. Ne consegue per semplice proporzione matematica che la grandezza dell’ “astronave” sarebbe tra i 4.46 e i 4.68 km



Per fare un paragone, con un oggetto terrestre, la portaerei Enterprise CVN-65 a pieno carico pesa 93.000 tonnellate e misura SOLO 342 metri. Quindi per raffronto la lunghezza della presunta astronave sarebbe pari a 13 o 14 portaerei come l’Enterprise messe una in fila all’altra. Inoltre tale oggetto avrebbe una altezza non trascurabile, stimata in circa 500 metri. Appare ovvio pensare che se questa presunta astronave fosse effettivamente una astronave aliena, tale astronave non sia cava ma sia suddivisa internamente in ponti o livelli, come una normale nostra nave, e ciascuno di questi sia sbarrato da paratie a tenuta stagna. Ora è mai possibile che due astronauti con ingombranti tute, scafandri, poca attrezzatura ma tanta buona volontà vadano all’avventura dentro una nave che misura come 13 portaerei e alta come un grattacielo superando porte e sbarramenti chiusi da secoli e abbattendo paratie magari fatte con leghe sconosciute ? Appare evidente l’infondatezza di questa storia solo confrontando un piano di attività extra veicolare (EVA) in cui tutto è pianificato nei pur minimi dettagli. Inoltre un allunaggio non è mai andato oltre le 75-80 ore. E ogni missione EVA non è durata mai più di 6 ore. Questo per un semplice motivo: le riserve di aria sono limitate. E quindi i tempi devono essere programmati al minuto, compresi i tempi di veglia e sonno. In 80 ore 2 astronauti avrebbero percorso in lungo e in largo l’astronave, superato paratie, abbattuto porte, sarebbero arrivati fino al ponte di comando, recuperato strumentazione aliena, il cadavere di una donna (aliena), la famosa Monna Lisa, per di più in stasi (che sarebbe stata anche resuscitata), l’avrebbero portata sul LM e sarebbero ripartiti, dopo aver piazzato delle cariche atomiche per non consegnare l’astronave in mani nemiche (forse i cinesi ?). Inoltre quali le procedure di decontaminazione dopo essere stati in una nave aliena ? Insomma, ragionandoci un po’ sopra, appare evidente che un esercito di 100 persone composto dall’ addestrato equipaggio delle Enterprise di Star Trek e armato di tutto punto con “faser”, anche se guidato dal capitano Kirk in persona, non sarebbe bastato a fare tutto questo in 80 ore. Altro che quei due poveri astronauti !!!

Macroanomalia: le differenze nella documentazione rilasciata da Rutledge
Fra le foto NASA e le foto rilasciate da “Rutledge” e riprese dal LM che avrebbe sorvolato la presunta astronave ci sono delle forti differenze. Nella foto seguente sono abbinate e messe nella stessa scala le due foto: in alto la foto che avrebbero fatto gli astronauti della missione Apollo 20. In basso un ingrandimento di una foto ufficiale NASA. C’è da dire che nella sigla AS15-P-9625, la P indica che quella è una foto panoramica; ed infatti la strisciata composta da moltissime foto 9625 è veramente lunga. Ma torniamo al confronto. Come si può osservare le differenze riguardano tutta l’area. In particolare: (1) l’oggetto presunto è diverso. E’ diversa la prua (in alto) e la poppa che nella foto NASA appare curvata verso l’alto. Inoltre l’oggetto nella foto NASA appare più tozzo. I tre crateri (2) nella foto Apollo 20 sono abbastanza lontano dall’astronave, mentre nella foto NASA gli stessi crateri si sono avvicinati. I crateri della sezione vicino alla prua della astronave (3) sono completamente diversi. Come anche quelli della sezione a poppa (4). Con un po’ di pazienza e calma si troveranno almeno altre 25 differenze. Inoltre, nella foto in alto, a sinistra della sigla AS20-1020 si possono notare delle zone colorate che cambiano repentinamente tonalità di grigio. Queste “zone” non sono altro che “slavature”, ovvero pennellate mal riuscite che dovrebbero simulare una differente luminosità lunare. Un uso dell’aerografo sarebbe, in questo caso, stato più appropriato !!
Inoltre nessuno può obbiettare che le foto NASA non siano corrette o siano state manipolate, poiché il presunto oggetto appare in molte strisciate panoramiche ed è ripreso sia dall’Apollo 15 che dall’ Apollo 17. Pertanto l’oggetto, o presunto tale, è come appare nella foto in basso che è fra le foto ufficiali della NASA: AS15-P-9625, AS15-P-9630, AS17-P-2797, AS17-P-2799, AS17-P-2801, AS17-P-2806.


Ma alla fine… che c’è sulla Luna ?
C’è una bella catena montuosa. Lunga 4,8 chilometri e alta 500 metri. Una collina lunare. In realtà, come vedremo da una analisi dettagliata del paesaggio lunare circostante, si tratta di uno smottamento del bordo di un cratere. Esistono immagini simili in diversi punti della Luna come l’immagine qui sotto che ritrae una catena montuosa assai simile alla presunta astronave aliena

Ma andiamo per ordine.
La massa lunare è 1/81 della massa terrestre. I diametri della Terra e della Luna sono rispettivamente 12.756 km e 3476 km. La densità media della Luna è di soli 3,34 g/cm3, da confrontare con i 5,52 g/cm3 della Terra. L' emisfero visibile della Luna presenta due diverse tipologie di terreno: le pianure scure (maria), e le terre chiare o altopiani (terrae). L'albedo (o riflettività), dei maria lunari è compresa fra 0,05 e 0,1 mentre quella delle terrae ri¬spetto ai maria è più elevata, oscillando fra 0,12 e 0,18. Il maggiore albedo delle terrae rispetto ai maria è dovuta alla composizione delle rocce che hanno un più alto contenuto in alluminio e alla scarsità di ferro. Le rocce più comuni sono le anortositi, le noriti e le troctoliti. L'età delle brecce da impatto (un aggregato formato da uno o più tipi di rocce tenuto insieme da materia più fine) delle terrae è stata determinata ricorrendo alla tecnica della datazione radioattiva. Il risultato è che l'età dei campioni raccolti dalle missioni Apollo è compresa fra 3,8 e 3,9 miliardi di anni.
Le terrae ricoprono l'83,l% della superficie lunare e sono completamente cosparse di crateri da impatto. Sull'emisfero visibile dalla Terra ci sono 300.000 crateri con diametro maggiore di 1 km, mentre quelli con diametro maggiore di 100 km sono 234. Ora, due nozioni per noi molto importanti:
- la saturazione craterica implica che la formazione di un nuovo cratere deve cancellare, almeno parzialmente, un precedente cratere.
- i crateri non sono immutabili nel tempo. Spesso avvengono fenomeni di rilassamento ed adattamento del terreno. E la morfologia del cratere dipende dal diametro del cratere stesso. I crateri più piccoli hanno una semplice forma a scodella; crateri più grandi mostrano un picco centrale, mentre per diametri ancora più estesi si possono sviluppare una serie di anelli concentrici che circondano il cratere. Con queste informazioni di base siamo in grado ora di leggere le foto delle missioni Apollo. Il punto (1) rappresenta probabilmente uno dei primi impatti meteorici avvenuti in quell’area. A questo cratere si è affiancato il cratere nel punto (2). Un successivo impatto (3) ha unito questi due crateri deformando l’area che ora contiene la presunta astronave. Poi in sequenza abbiamo l’impatto (4). Questo è un impatto violento e genera un grande cratere. Ovviamente sposta una gran massa di materiale in maniera concentrica verso l’esterno. Altri impatti (5) e (6) (7) ulteriormente indeboliscono e frantumano l’area. Osservando bene si può notare una linea, qui evidenziata in giallo, che taglia tutta l’area.



Le frecce rosse indicano i vettori di sforzo e di impatto di tutti gli altri impatti oltre a quelli già visti in precedenza.



Come si può notare esiste una faglia che taglia tutta l’area compreso il cratere in cui sarebbe depositato il presunto oggetto. Ed alla fine è proprio questo presunto oggetto che ci parla e ci dice chi è: Se infatti notiamo la parte sinistra del cratere in cui ci sarebbe l’astronave vediamo che presenta una concavità. Analoga concavità la troviamo nella coda della presunta astronave. Da ciò possiamo dedurre che l’ “astronave” altro non è che un pezzo di roccia che si è staccata dal bordo del cratere ed è scivolata lungo in cratere che a sua volta è stato alzato a seguito dell’impatto meteorico più violento (punto 4).

Conclusioni
Nessuna astronave quindi. Nessun alieno. Nessuna missione segreta congiunta. Nessuna esplosione nucleare per esplodere l’astronave. Non c’è un cadavere alieno. Ci sono solo verità (Leonov e i manuali dell’ Apollo) e tante menzogne mescolate nemmeno troppo abilmente insieme. Resta da vedere perché qualcuno abbia perso tutto questo tempo per creare questa colossale burla. Infatti se questo è un caso del tutto fasullo, questo non toglie che sulla Luna siano state riscontrate una serie lunghissima di anomalie tanto da essere catalogate in un catalogo NASA. Anomalie che tracciano insistentemente un traccia esogena e quindi aliena alla nostra tecnologia primitiva. Forse con questa burla si voleva screditare in nutrito catalogo di anomalie lunari ? Forse è stata una operazione per inchiodare al muro i seri ricercatori ufologici ? Che sarebbe successo se la comunità ufologia avesse accettato passivamente le rivelazioni avute da “Rutledge” ? Probabilmente alla fine si sarebbe presentato qualcuno con un modellino di 15 centimetri in mano e avrebbe detto: “Siete degli incompetenti ! Eccola la vostra astronave…”. E questa sarebbe stata la fine dell’ufologia e dello studio dei fenomeni lunari transeunti. Ma questo per fortuna non è successo. Ma c’è qualcuno che comunque un vantaggio da tutta questa storia lo ha tratto. Di recente sono comparsi su un sito di appassionati a questo caso lo SpaceHeroes.com, la vendita di orologi, magliette, cappellini, stemmi e tazze da caffè-latte con lo stemma dell’ Apollo 20. Tutto rigorosamente acquistabile on-line con carta di credito. Dicono di farlo per finanziare la ricerca della verità… sarà pure… Potenza del business.

Gli articoli completi di immagini in formato pdf qui

http://www.cun-veneto.it/images/Apollo20.pdf

http://www.cun-veneto.it/images/Apollo20II.pdf
 
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jojope
view post Posted on 16/8/2010, 02:50     +1   -1




Caro Fox Mulder nel tuo articolo che trovo interessante ho notate alcune cose discordanti con altri articoli sul web.
Parte dell'articolo che segue sono parole mie altre sono copia e incolla .

Prima di esporti queste osservazioni terrei a precisare che anche io penso che siano video falsi nella sua presunzione totale,ma ci sono dei pero.

-Sembra che il corpo non sia stato prelevato dall'astronave gigantesca sigariforme ma da una molto piu piccola a forma di triangolo nei pressi di quella grande ,in parte era ricoperta dalla polvere. Quindi le astronavi sono 2.(Sempre secondo l'autore del video)

Fatta questa premessa va detto che c'era fra il vasto materiale diffuso su YouTube qualcosa di apparentemente inedito che non solo non era stato smontato, ma sembrava proprio proverenire da archivi storici, forse mai prima d'ora consultati e divulgati pubblicamente.

-Ciò viene continuamente ignorato dai detrattori del caso, ai quali sembra fare comodo prendere in considerazione soltanto parte del materiale diffuso, senza riflettere sulla documentazione in toto.

Il materiale inedito che questo utente ha caricato su youtube appartengono alla missione STS-107
Come ne e' entrato in possesso??

Sono quasi senza ombra di dubbio video autentici e provenienti dalla missione STS-107 della NASA (l'equipaggio internazionale composto da 7 astronauti che morì tragicamente durante il ritorno a terra, nell'anno 2003, a causa di un problema al rivestimento termico dello Shuttle Columbia, danneggiato alla partenza, e che portò giorni dopo alla completa distruzione del veicolo spaziale). Ho confrontato i volti visibili nei due video con le foto ufficiali. Coincidono con l'equipaggio citato.

Che io sappia l'unico video commemorativo realizzato dalla NASA e diffuso al pubblico in Rete presso uno dei numerosi suoi siti, dura pochi minuti e solo pochi secondi di esso sono dedicati alla memoria dell'attività quotidiana in orbita di quell'equipaggio. Esso s'intitola "16 Minutes from Home. A Tribute to the Crew of STS-107", dura 6 minuti e 51 secondi, e l'ho verificato personalmente. Ripeto, solo pochi secondi di esso mostrano gli astronauti in orbita, durante la missione STS-107.

Invece i due filmati diffusi da "retiredafb" - costituiti da un montaggio di varie riprese degli astronauti in orbita, all'interno dello Shuttle - duravano 6 minuti e 40 secondi il primo, e 9 minuti e 16 secondi il secondo. Ritraevano gli astronauti durante il volo orbitale, per esempio dopo le sveglie di rito, in assenza di gravità.

Ciò prova che chiunque sia questo fantomatico utente di YouTube fattosi chiamare con l'appellativo di "retiredafb", ha avuto accesso a materiale riservato: o gli è stato passato da addetti ai lavori tuttora in servizio, oppure per via della sua pregressa esperienza in campo militare ed astronautico, ne è venuto in possesso direttamente in visita presso una struttura NASA o del DoD.

Adesso arrivo alla parte importante.

W. Rutledge - cioè "retiredafb" - diffuse i video intitolati "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 1 Apollo 20" e "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 2 Apollo 20", per pochi giorni commentando uno di essi con le seguenti parole:

<<secret because never broadcasted or aviable since 2003 on any nasa site. For those who believe that space programs are opened. Inflight tapes just after the wake up calls. A tribute to the astronauts.>>

In sostanza il suo fu un gesto di tributo, alla memoria degli astronauti tragicamente morti. Ma anche, evidentemente, un segnale forte al pubblico per dimostrare che non tutto il materiale documentale audio-video proveniente dalle missioni spaziali viene divulgato e discusso. Da notare, di nuovo, alcuni suoi refusi linguistici ("avaiable" invece di "available").
 
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